
E' giunto finalmente al termine il primo anno di vita della neonata squadra chiamata Amatori Valpolicella: vediamo un pò di tirare le somme di quest'anno passato assieme.
Quando ci siamo trovati, verso fine agosto, intorno alla squadra aleggiava un clima di incertezza. Le basi sicure da cui si partiva erano pochine, e le incognite molte. Innanzitutto, questa nuova società satellite costruita sulle ceneri della vecchia seconda squadra, partiva completamente da zero per il gruppo, poiché si andava a "fondere insieme" due squadre, ed anche, per diretta conseguenza, per il gioco, poichè avendo un gruppo completamente nuovo bisognava conoscersi, per poi andare a costruire una struttura efficace di gioco.Il gruppo, prima di tutto: sembrava difficile poter amalgamare i "vecchi" della seconda squadra, che conoscono il rugby da una vita, con i "giovani" appena usciti dall' under 18, molto bravi tecnicamente, ma forse ancora inesperti sui livelli del rugby più "maschio".
L'operazione però, è riuscita nel migliore dei modi, visto che le due entità si sono fuse in un'unico gruppo compattissimo, che nonostante sia molto folto (la rosa completa è infatti di circa 40 giocatori), si è dimostrato sempre la forza in più dei tori, la leva su cui fare affidamento nei momenti bui.
L'operazione però, è riuscita nel migliore dei modi, visto che le due entità si sono fuse in un'unico gruppo compattissimo, che nonostante sia molto folto (la rosa completa è infatti di circa 40 giocatori), si è dimostrato sempre la forza in più dei tori, la leva su cui fare affidamento nei momenti bui.
Il gioco però, sembrava dovesse dare ancora maggiori problemi rispetto all'amalgama del gruppo, visto l'inserimento di nuovi giocatori in ruoli-chiave.
La cosa però è stata condotta da due coach, che sono prima di tutti due uomini di rugby: Mirco Bresciani e Mirco Carraro. Persone che conoscono la palla ovale da una vita, per cui le persone più adatte per un lavoro così delicato.
In questo sono stati aiutati anche da un capitano come Max Ceriani, giocatore che magari non sarà la stella della squadra che risolve le partite da sola, ma ha saputo invece mettere sul piatto la sua grande esperienza e saggezza nel gestire un gruppo e farlo crescere. Ha saputo gestire al meglio un gruppo nuovo ed eterogeneo, grazie al suo carisma ed alla sua capacità di saper usare il bastone o la carota nei momenti giusti. Vedendo il suo operato lungo tutta la stagione quindi, la squadra aveva scelto più che bene.
In questo sono stati aiutati anche da un capitano come Max Ceriani, giocatore che magari non sarà la stella della squadra che risolve le partite da sola, ma ha saputo invece mettere sul piatto la sua grande esperienza e saggezza nel gestire un gruppo e farlo crescere. Ha saputo gestire al meglio un gruppo nuovo ed eterogeneo, grazie al suo carisma ed alla sua capacità di saper usare il bastone o la carota nei momenti giusti. Vedendo il suo operato lungo tutta la stagione quindi, la squadra aveva scelto più che bene.
Da queste mille incertezze quindi, questi uomini sono stati capaci di realizzare una vera e propria "macchina da guerra". Una squadra che, nella prima parte del campionato, ha vinto 9 partite su 9: uno schiacciasassi. Nessun avversario è infatti riuscita a scalfire la grande voglia e la grande propensione al bel gioco della nostra squadra: l'apice di questo periodo è stata senz'altro la vittoria nel Derby, un trionfo che mancava da un pò in Valpolicella, anche per quanto riguarda la Prima Squadra.
La seconda parte del campionato, si è visto affiorare un pò di "tranquillità" nella mente dei nostri: avendo staccato tutti in classifica, non vi era più quell'ondata di entusiasmo che ci aveva accompagnato nella prima parte. Però i tori continuavano a vincere, perchè anche se un pò più rilassati, i nostri erano oramai ben consci delle loro potenzialità. Una squadra matura quindi, che ha visto l'apice della stagione nella vittoria a Trento, ad oggi la partita più bella che i nostri abbiano mai fatto.
Dopo la "partita perfetta" però, ci sono stati dei momenti di sbandamento, che hanno visto i tori cadere nelle altre due sfide di vertice con il Cus Verona e contro l'Altovicentino, la prima persa ma giocata alla pari, mentre la seconda è stata un'autentica disfatta.
Dopo la "partita perfetta" però, ci sono stati dei momenti di sbandamento, che hanno visto i tori cadere nelle altre due sfide di vertice con il Cus Verona e contro l'Altovicentino, la prima persa ma giocata alla pari, mentre la seconda è stata un'autentica disfatta.
Nessuno comunque ha fatto drammi ho creato isterismi nella squadra, e si sa che a volte le sconfitte a volte fanno più bene che male, poiché hanno permesso ai nostri ragazzi di cementare ancora di più il gruppo e di riprendere gli allenamenti con maggiore tenacia e maggiore voglia, cercando sempre la perfezione in ogni particolare ed in ogni occasione di gioco. Tutto ciò ha permesso ai tori di vincere meritatamente il campionato, conquistando quindi la promozione in C Elite, e la possibilità di giocarsi la Coppa CIV con il Silea.
La finale di Monselice è stato il culmine sportivo della stagione, giocata contro la squadra più forte che si potesse trovare. Una grande partita quindi, con una sconfitta che brucia tantissimo, essendo stati in vantaggio per più di cinquanta minuti, crollando solo nel finale. La cosa positiva che c'è da salvare in questa finale è che comunque gli sbandamenti della squadra sono stati perlopiù dovuti alla poca esperienza di tanti elementi a giocare partite così di livello e con così tanta pressione.
Nessuno si abbatte però: la coppa era comunque un "qualcosa in più", la ciliegina da mettere su una torta già fantastica di suo. La guarnitura non è arrivata ma diciamo che la torta è bella comunque. Nonostante le tante incognite infatti, il gioco espresso dai nostri è stato sempre spettacolare, un "rugby-champagne" sempre veloce ed alla mano, che ha permesso ai nostri di segnare ben 88 mete e 630 punti, con le segnature marcate da ben 22 giocatori diversi. Una squadra in cui segnano in tanti quindi, che esprime un gioco frizzante e spettacolare, come del resto è tradizione in Valpolicella.
Nessuno si abbatte però: la coppa era comunque un "qualcosa in più", la ciliegina da mettere su una torta già fantastica di suo. La guarnitura non è arrivata ma diciamo che la torta è bella comunque. Nonostante le tante incognite infatti, il gioco espresso dai nostri è stato sempre spettacolare, un "rugby-champagne" sempre veloce ed alla mano, che ha permesso ai nostri di segnare ben 88 mete e 630 punti, con le segnature marcate da ben 22 giocatori diversi. Una squadra in cui segnano in tanti quindi, che esprime un gioco frizzante e spettacolare, come del resto è tradizione in Valpolicella.
Siamo quindi tutti fiduciosi che le cose negli anni a venire potranno solo migliorare, se i nostri tori continueranno a camminare sulla strada intrapresa.
L'anno prossimo sarà un banco di prova fondamentale per la squadra, il livello di gioco si alzerà, e vedremo cosa i nostri sapranno fare. Ma queste sono nuove incognite, riserviamole per il prossimo ottobre.
Arrivederci tori. E grazie.
L'anno prossimo sarà un banco di prova fondamentale per la squadra, il livello di gioco si alzerà, e vedremo cosa i nostri sapranno fare. Ma queste sono nuove incognite, riserviamole per il prossimo ottobre.
Arrivederci tori. E grazie.
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